Itizionario - M
Breve dizionario dell'itinerario
MAGISTRETTI, VICO
Architetto e designer italiano, vissuto fra il 1920 e il 2006 a Milano, dove ha studiato laureandosi in architettura al Politecnico. Appena dopo il conseguimento della laurea, contribuisce all’ideazione partecipata del quartiere QT8, concentrandosi soprattutto su due progetti, il quartiere dei reduci d’Africa e successivamente la chiesa di Santa Maria Nascente. Molto fruttuosa è stata la sua attività nel settore del design di prodotto.
MANISCALCO
L’antico termine mariscalco indicava sia il maniscalco che il maresciallo, a sottolineare la comune responsabilità di cura del cavallo nei rispettivi ambiti. La radice comune è ancora più evidente in francese, lingua in cui il maniscalco è ancora oggi detto maréchal-ferrant. In passato l’arte del maniscalco (mascalcia) si sovrapponeva in parte a quella del fabbro, mentre in tempi più recenti ha assunto una connotazione più specialistica e prevede una vera e propria formazione professionale, spesso acquisita presso cliniche e centri veterinari. Per svolgere il proprio lavoro a un livello adeguato il maniscalco deve infatti avere anche nozioni di anatomia (struttura dello zoccolo, morfologia, ecc.) e di veterinaria (patologie, interventi correttivi, ecc.), senza ovviamente prendere il posto del veterinario, con cui collabora strettamente. Le due attività principali in cui consiste l’arte della mascalcia sono il pareggio e la ferratura. Il pareggio è essenziale per il bilanciamento e l’appoggio corretto dello zoccolo; la ferratura, ritenuta tradizionalmente indispensabile per proteggere gli zoccoli da traumi e usura e per migliorare la presa sul terreno, è stata recentemente messa in discussione dai sostenitori del barefoot movement.
MAURA, PISTA DELLA
È la più recente delle due piste di allenamento connesse all’ippodromo del galoppo. Impiantata negli anni Trenta del secolo scorso, prende il nome dalla cascina Maura (demolita nel 2001 ma di cui sono ancora visibili alcuni ruderi in via Lampugnano), all’epoca proprietaria del terreno su cui la pista è stata costruita. Di forma ovale, è costituita da tre anelli concentrici, quello esterno in erba di 1800 metri, uno intermedio in sabbia di 1600 metri e uno interno in trucioli di 1450 metri. Completata negli anni Settanta con la costruzione di un ampio complesso di nuove scuderie (1.100 box, in parte non più utilizzati), ospita attualmente gli uffici della Società Trenno e la Clinica Veterinaria di San Siro. La pista è collegata direttamente all’ippodromo tramite un sottopassaggio di cemento – in assoluto contrasto con il verde circostante – attraverso cui gli artieri conducono in pista i purosangue prima della corsa. Il tratto finale della dirittura della pista di Trenno mette, inoltre, in comunicazione le due piste di allenamento, creando un potenziale percorso totale di oltre 3000 metri che veniva, una volta, utilizzato per lavori particolarmente impegnativi. Diversamente dalla pista di Trenno e dal Galoppatoio, la pista della Maura e i suoi annessi non sono soggetti a vincolo monumentale del Ministero dei beni culturali e ambientali, ma solo al vincolo di carattere culturale e paesaggistico apposto all'intero Quartiere Ippico dalla Soprintendenza di Milano nel luglio 2004, trovandosi quindi maggiormente esposti nell’ipotesi di riconversione dell’area.
MONTE STELLA
Monte Stella è il nome ufficiale di un rilievo artificiale che si trova nella zona nord-ovest di Milano. Le vicende di questa collinetta, conosciuta più comunemente come "la Montagnetta di San Siro", sono strettamente legate a quelle del nuovo insediamento abitativo del quartiere QT8, ad essa coevo. Il progetto, realizzato nel secondo dopoguerra, porta la firma dell’architetto Piero Bottoni, che lo dedicò alla moglie Elsa Stella. La collina, alta 50 metri, è formata dall’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti degli Alleati e da materiale proveniente dalla demolizione dell’ultimo tratto dei Bastioni spagnoli. All’inizio degli anni Sessanta fu completata l’area verde che, con i suoi 370.000 metri quadrati tra aree boschive e prati, fu destinata a parco urbano. Una strada panoramica ritmata da vialetti e scalinate consente la risalita del pendio e regala una suggestiva veduta della città e del suo hinterland. A partire già dagli anni Settanta quelle poche decine di metri di dislivello hanno stimolato la fantasia dei milanesi che ne fecero luogo privilegiato per manifestazioni sportive, fiere commerciali, spettacoli, feste di partito, e continuano a rappresentare fonte di attrazione per podisti, ciclisti, persino sciatori. Dal 2003 è stato inaugurato un giardino che ricorda i Giusti, nel quale ogni albero piantato onora la memoria di uno di coloro che si impegnarono per difendere i diritti della persona, opponendosi ai genocidi e ai crimini contro l’umanità.